E’ stata inaugurata, la Control Room presso la Polizia Locale, ovvero il cuore pulsante del nuovo sistema di videosorveglianza messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Pescara. Il capoluogo compie con questa dotazione ad alta tecnologia uno straordinario salto di qualità nella gestione dei fenomeni di criminalità, di violazione delle norme in materia ambientale (si pensi all’abbandono dei rifiuti) e per la migliore tutela del patrimonio pubblico e privato. La Control Room ha la funzione di gestire l’intero sistema dalla postazione centralizzata presso l’edificio ex Onmi di via del Circuito.
La nostra città è pronta a cogliere le sfide dell’innovazione digitale, soprattutto nell’ambito della sicurezza urbana. La Control room e l’intero impianto di 600 telecamere consentono un’attività di monitoraggio della sicurezza e della mobilità urbana prima impensabili. E’ possibile, ricevere allarmi dal sistema che rileva problematiche nei sottopassi ad esempio in caso di allagamento. La prevenzione è garantita in modo sempre più diffuso e puntuale.
La Control Room ha la funzione di gestire l’intero sistema dalla postazione centralizzata presso l’edificio ex Onmi di via del Circuito.La nostra città è pronta a cogliere le sfide dell’innovazione digitale, soprattutto nell’ambito della sicurezza urbana. La Control room e l’intero impianto di 600 telecamere consentono un’attività di monitoraggio della sicurezza e della mobilità urbana prima impensabili. E’ possibile, ricevere allarmi dal sistema che rileva problematiche nei sottopassi ad esempio in caso di allagamento. La prevenzione è garantita in modo sempre più diffuso e puntuale.
La Control Room assicura i vantaggi dell’innovativa concezione di videosorveglianza, ovvero la capillarità (grande superficie territoriale sottoposta a sorveglianza), la coesione con le Forze dell’Ordine (coinvolgimento integrato interforze). L’impianto di ultima generazione implementato a Pescara è il frutto di un investimento da 1,404,392 milioni di euro, di cui circa 904.392 finanziati dal Ministero degli Interni nel rispetto dei parametri imposti nella Direttiva del 02/03/2012 sui sistemi di Videosorveglianza. Ciò consente una miglior gestione dei fatti criminosi), accorciando notevolmente i tempi di indagine e di intervento da parte degli organi di polizia. Le telecamere di nuovissima generazione riprendono e trasmettono totalmente in alta definizione ed andranno a sostituire progressivamente gli altri più datati.
L’elevata flessibilità dell’installazione dà l’opportunità di apportare continue modifiche e miglioramenti in un’ottica di crescita tecnologica. L’innovazione più importante sta nella centralità della Control Room che, a differenza degli altri sistemi locali “a isola”, ormai obsoleti, che riprendevano a “macchia di leopardo” la città, ha un controllo unico, sinergico e dinamico su gran parte delle aree urbane, soprattutto quelle “sensibili” per delinquenza e atti vandalici. Un “cervello” unico che potenzia la vigilanza e la sicurezza urbana.
A fianco degli innumerevoli benefici a tutela dell’ordine pubblico, il programma ha dovuto affrontare le spinose questioni legate alla privacy ed al trattamento dei dati che sono state sistemizzate nel Regolamento Comunale, approvato in Consiglio comunale, che disciplina approfonditamente le modalità di raccolta, trattamento, conservazione ed accesso dei dati personali attraverso i sistemi di videosorveglianza. Il Regolamento ha permesso di raggiungere un punto di equilibrio tra le esigenze di pubblica sicurezza e quelle di tutela della privacy, così come indicato dalle norme europee e nazionali, oltre che dalle disposizioni del Garante.
Le principali funzionalità che sono gestite dalla Control-room:
– ricostruzione postuma della dinamica di incidenti, furti o di atti vandalici;
– controllo della Viabilità;
– tutela ambientale, in particolare il monitoraggio del fenomeno dell’abbandono
Il sistema potrà eventualmente essere integrato anche con impianti di parti terze (privati, ad esempio come i commercianti, una volta che siano state ottenute le necessarie autorizzazioni).
Assumere il bene della sicurezza urbana integrata come “bene pubblico” significa, dunque, operare per la tutela dei diritti di tutti e promuovere politiche orientate a garantire “la sicurezza dei diritti”. Occuparsi concretamente del sentimento di insicurezza con l’obiettivo di aiutare i cittadini a ritrovare serenità nei luoghi dove vivono e ricostruire prospettive e fiducia nel futuro, significa mettere in atto da parte delle Istituzioni un sistema integrato di strumenti e risorse umane. Significa prestare attenzione agli spazi pubblici, alla videosorveglianza urbana, alla qualità delle abitazioni e dell’arredo urbano nonché adottare provvedimenti volti a rafforzare le reti sociali e familiari, il senso di appartenenza e identificazione nei quartieri. E ancora, assumere decisioni finalizzate all’integrazione degli insediamenti residenziali nel sistema urbano, promuovere azioni e progetti diretti all’animazione dei territori e alla convivenza tra gruppi socio-economici diversi, puntando sulla collaborazione e sul coinvolgimento dei residenti attivando partecipazione e dialogo, per rafforzare i legami tra cittadini e Istituzioni contando anche sulla presenza di forze dell’ordine e il sostegno della polizia locale.
Le cosiddette “smart cities” avranno sempre più bisogno del supporto dell’alta tecnologia al fine di garantire in modo completo e distribuito la sicurezza territoriale coordinata e gestita dalle forze dell’ordine. Una città evoluta pretende dal progresso tecnologico l’adozione di sistemi di protezione a supporto, affidabili e puntuali, come la videosorveglianza urbana, che devono essere efficaci per garantire la prevenzione e lotta al crimine.
Gli obiettivi della videosorveglianza urbana forniscono:
Gli operatori di sicurezza saranno sempre più dotati di supporti tecnologici in grado di coordinare e controllare centralmente le azioni di intervento locali. Non spaventiamoci sul fatto che nella nostra città ci saranno sempre più telecamere intelligenti per il monitoraggio territoriale, in quanto la tecnologia tutela la privacy dei dati sensibili ed al momento necessario fornisce indispensabili strumenti a supporto dell’intervento operativo, garantendo importanti prove di reato per attività investigative. Assumere il governo della sicurezza come contenuto essenziale di una “nuova” concezione del welfare, ove il concetto di “benessere” si amplia a quello di godimento pieno dei diritti, implica ovviamente la disponibilità di conoscenze e risorse che possano effettivamente mettere i governi locali nella condizione di poterlo garantire.
Quella contro le discariche abusive, si sa, è una lotta impari, perché chi pratica l’abbandono dei rifiuti, siano essi urbani o ingombranti, lo fa scegliendo luoghi al riparo da sguardi indiscreti e spesso, troppo spesso, riesce a farla franca. Di fronte a numerosi episodi registrati negli ultimi mesi in città, il Comune di Pescara ha deciso di dichiarare guerra a questi infausti comportamenti acquistando una serie di fototrappole piccole e prive di alimentazione (adattabili quindi ad ogni circostanza), integrandole agli impianti di videosorveglianza già in funzione da posizionare nelle diverse zone del territorio comunale nelle quali si sono riscontrate le maggiori criticità.
L’obiettivo immediato è quello di individuare i responsabili e punirli con le sanzioni previste dalla legge, mettendo al contempo in campo un sistema efficace che in tempi brevi possa disincentivare la pratica dell’abbandono sconsiderato dei rifiuti in alcune zone del centro abitato e, in particolare, nell’agro comunale. La decisione di dotarsi di un numero congruo di fototrappole rientra nell’ambito di una serie di iniziative concordate tra l’ente comunale e la società che gestisce la raccolta differenziata, il cui fine è ottenere un miglioramento complessivo del servizio di igiene urbana e, quindi, anche contrastare il fenomeno sempre in crescita dell’abbandono dei rifiuti che, oltre ad arrecare un danno al decoro urbano, comporta ovviamente un aggravio dei costi a carico della collettività.
Molte abitazioni possono essere più esposte all’intrusione di ladri a causa della loro particolare posizione. Proprio per tale motivo, è necessario prendere le dovute precauzioni per evitare che si verifichino dei furti.
I ladri preferiscono agire durante le ore notturne, perché le scarse condizioni di luce agevolano il loro obiettivo, ovvero intrufolarsi negli appartamenti in modo indisturbato senza essere né visti né sentiti. Dotare la tua casa di un sistema antifurto e di impianto di videosorveglianza è, dunque, indispensabile per metterti al sicuro e tutelare la tranquillità della tua famiglia.
A tal proposito, la normativa vigente in Italia si è espressa in termini di videosorveglianza privata, stabilendo delle precise regole che, se non rispettate, possono portare a pesanti sanzioni per il proprietario della casa in questione.
In questo articolo, ti daremo tutte le informazioni più importanti su questo argomento, concentrandoci in modo particolare sulla normativa videosorveglianza privata 2023 e sulle corrette modalità di installazione di un impianto che rispetti le leggi di riferimento.
Se prima era più facile trovare un impianto di videosorveglianza al di fuori di abitazioni private e isolate, oggi sono sempre più le persone che decidono di ricorrere a questi sistemi pur abitando all’interno di un condominio.
Installare un sistema di telecamere di videosorveglianza esterno, però, potrebbe generare diverse problematiche con i condomini, soprattutto per quanto concerne il fattore conservazione dati e privacy.
A tal proposito, all’interno del Codice civile è stato inserito un preciso articolo che obbliga chi vuole ricorrere a sistemi di videosorveglianza casa a installare il cartello “area videosorvegliata”, che segnala la presenza di videocamere. La legge, inoltre, precisa come non sia legale inquadrare e registrare aree non a uso comune.
Se vivi in un condominio, quindi, dovrai necessariamente richiedere il parere favorevole di almeno la metà dei millesimi, espresso attraverso una votazione. In caso di esito negativo in assemblea, potrai ugualmente dotare il tuo appartamento di videocamere. Naturalmente, sarai obbligato a esporre il cartello e l’area ripresa deve comprendere esclusivamente la tua porta di casa, evitando di includere il pianerottolo interno.
La normativa sulla videosorveglianza privata specifica che, dopo che una telecamera registra, il video può rimanere in memoria per un massimo di 48 ore. Per visionarle, però, devi fare richiesta di acquisizione dei dati a chi di dovere, quasi sempre le Forze dell’Ordine.
Secondo l’attuale normativa in materia di videosorveglianza privata, le telecamere possono essere installate in aree di propria pertinenza. Quindi, non potrai riprendere aree comuni come, ad esempio, pianerottoli, cortili o parcheggi. Gli unici punti permessi sono le aree che interessano la tua abitazione, ovvero porta di ingresso di casa e finestre.
Il rischio più grande legato all’installazione di un sistema di videosorveglianza consiste nel violare la privacy di altri cittadini. Essendo poste all’esterno, può capitare di riprendere terzi. Questo accade, soprattutto, quando un’abitazione è posta a pianterreno. In questi casi, è quasi impossibile non includere nella ripresa aree comuni.
Se sei in questa situazione, non rischierai nulla se le telecamere saranno puntate il più possibile verso la tua porta di ingresso. Nel caso ciò non accadesse, rischieresti di apportare dei danni alla privacy altrui e di incorrere in sanzioni.
Abbiamo accennato all’obbligo, in alcuni casi, di rendere visibile il cartello di area videosorvegliata per segnalare la presenza di telecamere.
I cartelli di area videosorvegliata vanno affissi in prossimità della zona inclusa nel raggio di azione del sistema di sicurezza e devono specificare informazioni ben precise. Il garante della privacy ha stabilito che i cartelli devono segnalare, oltre la presenza dell’impianto di telecamere, anche chi lo ha installato e perché.
Tali cartelli, poi, non possono rimanere nascosti ma devono essere ben visibili, qualsiasi sia la loro dimensione.
Affinché l’impianto di videosorveglianza sia legittimo, devono essere rispettati i seguenti principi:
Nella prima metà del 2018, l’Unione europea ha pubblicato il GDPR (General Data Protection Regulation), ovvero un regolamento che fissa dei precisi obblighi che riguardano la protezione della privacy e il trattamento dei dati sensibili e personali. Queste regole devono essere rispettate anche da chi possiede un impianto di videosorveglianza casa.
Nel 2019, queste linee guida sono state aggiornate con alcune importanti modifiche. Per prima cosa, è stato sottolineato come non sia necessario ottenere una specifica autorizzazione da parte del Garante della Privacy per poter installare un impianto di videosorveglianza privato. Naturalmente, questo deve rispettare i principi che abbiamo precedentemente indicato.
Altre novità, invece, riguardano i cartelloni utilizzati che si rifanno alle linee guida che il Garante europeo aveva già espresso. Ultimo, ma non per importanza, l’argomento relativo alla questione tempistica di conservazione dei dati. Il Garante, in tal senso, si è espresso dichiarando che le registrazioni video devono essere cancellati dopo pochi giorni. Se un privato cittadino o un’azienda mantiene in archivio questi dati per più tempo di quanto consentito, dovrà indicare il perché di questa decisione.
Solitamente, è possibile installare le telecamere o per controllare una zona esterna o, viceversa, per la tutela di ambienti interni.
Le telecamere esterne devono essere posizionate solamente nel perimetro che rientra tra le tue proprietà e, quindi, facciata, garage, ingresso e così via. Virare la ripresa verso una zona di interesse pubblico ti farà rientrare in una condizione di violazione della privacy di terzi. Questo vale, come già accennato, anche nel caso di condominio e di ripresa dell’androne comune. Anche in questo caso si presenterebbe una problematica di lesione della privacy altrui.
Le telecamere interne sono invece posizionate all’interno delle mura domestiche: la normativa specifica però che le immagini registrate non possono essere utilizzate in modi che non rientrino nella legge. Infatti, in casa capita spesso di ospitare persone anche non conosciute e non per questo malintenzionate. Ci riferiamo a professionisti che si occupano di pronto intervento come idraulici, elettricisti o fattorini e così via. Tali soggetti vanno avvisati della presenza di un impianto di sorveglianza interno e sono legittimati a chiedere spiegazioni in merito alla finalità di tale sistema e delle registrazioni effettuate.
Abbiamo parlato a lungo del rispetto della riservatezza dei dati personali, così come indicato in maniera chiara nel GDPR che riguarda anche gli impianti di videosorveglianza.
A tal proposito esiste un preciso principio che potremmo definire di minimizzazione dei dati secondo il quale le immagini acquisite devono essere pertinenti allo scopo dell’installazione dell’impianto e non eccedere rispetto tali finalità, che sono la tutela della proprietà e la salvaguardia della sicurezza.
Non è lecito, invece, utilizzare le telecamere di videosorveglianza come “occhio a distanza” che consenta di curiosare nella vita delle persone e dei vicini di casa, spiando le loro abitudini e i loro movimenti.
Adesso, invece, è importante sottolineare cosa non può essere fatto con le registrazioni ricavate da un impianto di videosorveglianza casa privato:
Poiché la videosorveglianza è una tipologia di trattamento di dati personali, le sue informazioni possono essere usate esclusivamente da chi ne è titolare e dagli incaricati autorizzati come, ad esempio, chi si occupa di manutenzione di tali impianti o i soggetti autorizzati secondo la legge in vigore, ovvero magistratura o forze dell’ordine che hanno bisogno delle informazioni per accertare un reato.
Dato che, come già specificato, la conservazione dei video ripresi dalle telecamere possono essere conservati per pochi giorni (a conclusione dei quali vanno distrutti), consigliamo di optare per un sistema di videosorveglianza con funzione di cancellazione automatica entro un tempo prestabilito.
Nel caso di installazione di sistemi di smart cam, per rafforzare la sicurezza personale e il controllo degli ambienti domestici, il trattamento dei dati personali rientra sempre all’interno di quelli esclusi dal Regolamento stabilito dal Garante della Privacy.
Naturalmente, è stato specificato che eventuali dipendenti o collaboratori domestici (babysitter, colf, etc.) presenti all’interno di casa devono obbligatoriamente essere informati della presenza di un sistema di registrazione e monitoraggio interno degli ambienti.
Occorre evitare di installare tali sistemi in zone che possano ledere la dignità delle persone come, ad esempio, i bagni. Inoltre, i dati acquisiti devono adeguatamente essere protetti tramite l’utilizzo di misure di sicurezza, soprattutto nel caso tu decida di connettere le videocamere smart alla Rete (per un monitoraggio anche a distanza).
Oltre a munirti di un valido sistema di videosorveglianza per esterno o interno, per tutelare ancor di più la sicurezza della tua casa e della tua famiglia dovresti stipulare una polizza casa e famiglia di qualità, come l’assicurazione offerta da Verti.
Si tratta della migliore soluzione se vuoi avere la certezza di essere protetto in caso di furti o rapine, ma anche da danni accidentali o guasti dovuti a malfunzionamenti di elettrodomestici o altro ancora, come infortuni domestici e l’assicurazione per animali domestici.
Acquistare un’assicurazione casa e famiglia, dunque, è la migliore idea per poterti garantire la tranquillità di cui hai bisogno e la migliore protezione su misura per la tua casa.
Oltre a quelle citate, potrai personalizzare la tua polizza aggiungendo una o più garanzie tra quelle proposte da Verti per la personalizzazione della copertura assicurativa